PARERE: | Sentito l’Ing. Lambertini dei lavori pubblici la CQAP tiene a ribadire quanto già ampiamente sottolineato nel colloquio in merito all’assoluta necessità di premettere a qualsiasi operazione di adeguamento strutturale, tecnologico e prestazionale dell’edificio l’inderogabile obiettivo di salvaguardare le sue caratteristiche tipologiche, morfologiche e architettoniche originali.
Tale obiettivo dovrebbe essere esplicitato con chiarezza nel bando di gara per la concessione dei lavori di riqualificazione assegnando proprio i principali punteggi di merito ai progetti e alle offerte che raggiungeranno questo obiettivo.
Per tale ragione, ad esempio, il passaggio, di cui a pag. 3 della relazione che accompagna il progetto preliminare in esame, al punto “Descrizione delle condizioni al contorno progettuali e cantieristiche” che riporta testualmente: “ La criticità più rilevante in termini progettuali è senz’altro offerta dal vincolo storico documentale posto dal PSC sul quale, come detto, con la approvazione Consigliare del presente documento di progettazione preliminare, sarà superata consentendo così per l’edificio pubblico in parola lo svincolo definitivo delle attività di progettazione” dovrà con chiarezza riferire tale svincolo alla sola possibilità di demolizione con fedele ricostruzione.
Infatti deve essere chiaro che il progetto preliminare deve vedere nel vincolo dell’interesse documentale del moderno e quindi nella salvaguardia delle caratteristiche tipo-morfologiche e architettoniche dell’edificio esistente, non un punto di criticità ma proprio un’occasione fondamentale per indirizzare e condizionare il suo necessario adeguamento qualitativo.
Per perseguire questo obiettivo sarà necessario, nel proseguimento della progettazione, seguire con rigore quanto previsto dall’art. 57 del RUE scheda ID2.
Si tratterà anche non di partire da un nuovo progetto pedagogico o da un modello organizzativo prestabilito, come dice il progetto preliminare, per adeguare l’edificio, col rischio di arrivare ad una sua modifica sostanziale, ma di trovare tutti i modi per definire questo modello organizzativo partendo dalle caratteristiche dell’edificio cosa che anche in considerazione del suo uso attuale non dovrebbe essere impossibile.
Anche il numero dei bambini che dovranno essere accolti dal nuovo edificio non potrà essere definito a priori, come invece fa il progetto preliminare ( “La nuova struttura scolastica dovrà contenere 60 bambini oltre alla maggiorazione di 9 posti ove la Direzione Didattica lo riterrà opportuno”), senza un’attenta verifica di quelli che l’impianto esistente potrà sopportare a condizione che esso non venga alterato nelle sue caratteristiche principali.
In tal senso anche una sua eventuale estensione ed un suo ampliamento secondo il modulo che ha dato origine all’impianto dovrà esser valutata con la più grande attenzione al fine di non snaturare rapporti e dimensioni esistenti. L’esigenza poi di garantire la necessaria flessibilità d’uso nel tempo del sistema distributivo e del volumi, anch’essa richiamata dal progetto preliminare, dovrà confrontarsi con le possibilità che in tal senso può dare l’impianto originale senza alterarne ancora una volta le caratteristiche principali.
Tutto ciò premesso la CQAP, tenuto conto in particolare delle perizie strutturali allegate, esprime parere favorevole alla demolizione dell’edificio con la sua fedele ricostruzione senza nessuna altra deroga su quanto previsto dall’art. 57 del RUE ed in particolare alla disposizioni della scheda ID2, già richiamata.
La CQAP auspica che l'intervento in oggetto possa diventare un modello da riproporre per tutti gli interventi futuri sulle stesse tipologie di strutture scolastiche non classificate dal R.U.E. come edifici di interesse documentale del moderno. |